• “Quella città ch’effigiata stassi”.
    Guidubaldo Benamati
  • “This strangely interesting, romantic medieval city is stranded, and derelict on the scope of Monte Ingino, far from the shores of civilisation and all active movement…”.
    Laura McCracken, 1905
  • “Gubbio è un tiranno di pietra, con il suo elmo ed il suo cimiero, un palazzo e la sua torre, I più fieri e i più accigliati dell’Italia intera…”.
    André Suarès, 1932
  • “Gubbio è un luogo magnifico, si stende sotto i ripidi salienti della montagna sui quali le chiese e i palazzi si elevano su piani successivi. La città si erge tra l’aridità della roccia e la ricca vegetazione di una pianura fertile e fruttuosa.”
    August Jhon Cuthbert Hare, 1876
  • “Gubbio è il sogno di qualche miniaturista medievale”.
    Edward Hutton, 1908
  • “… il suo Palazzo dei Consoli, edificato su archi ciclopici, il prodigioso dedalo delle sue antiche strade,… silenziose, dove sembra fissata nella pietra l’anima stessa del medioevo”.
    Marcel Brion, 1956
  • “… mi ritrovai inaspettatamente davanti alla costruzione più imponente della città, il medioevale Palazzo dei Consoli… E per quel giorno la meraviglia fu tutto. La grandiosa, quasi temeraria audacia di questa architettura produce un effetto assolutamente sbalorditivo e ha qualcosa di inverosimile e conturbante. Si crede di sognare…..invece tutto è lì, fermo e fissato nella pietra”.
    Hermann Hesse, 1907
  • “Gubbio è un’altra Umbria; e dell’Umbria, la città più straordinaria. Non è dolce né amena; ma nessun’altra ha una bellezza così alta”.
    Guido Piovene, 1957
  • “Passano i secoli, le epoche, le civiltà… ma la festa dei Ceri rimane. Ai 15 di maggio, ogni anno, col sereno o con la pioggia, con la carestia o con l’abbondanza, non si può dire, no, che gli Eugubini diventino tutti matti, ma tutta la pazzia del mondo si fa eugubina… Quel giorno si parla soltanto di S. Ubaldo, di S. Giorgio e di S. Antonioi tre santi a cui s’intitolano i ceri che scendono…”.
    Averardo Montesperelli, 1963
  • “Pensavo di vedere tre santi e ho visto tre ceri. Pensavo di vedere una città e ho visto un popolo. Ma, soprattutto, pensavo di vedere una festa e ho visto la vita”.
    Steve McCurry, 2014
  • “Il giorno dei Ceri e la sua corsa irrazionale eppure umana, così sempre vera che il suo ricordo si contraddice, si frantuma, si ricompone nella somma di tanti ricordi. Tanti 15 maggio sommati uno dopo l’altro formano un unico e solo giorno”.
    Folco Quilici, 1976
  • “Vi è tutto un brivido di festa di festa nell’aria, che la terra stessa ne sembra scossa;….O vita, o vita, che il tempo non può distruggere, che nessuna morte potrà mai uccidere! Il tuo fremito esplode nello scampanio fole di cui ridon tutti i campanili, sale, turbinando, il monte nella pazza fuga dei ceri, squilla in alto nel grido delle rondini esultanti….Qui oggi io sento il canto della vita”.
    Pietro Ubaldi, 1964